Un inchiostro è formato da sospensioni di pigmenti in un fluido disperdente o da soluzioni di coloranti. Agisce per evaporazione del fluido disperdente: una volta deposto su una superficie esposta all'aria il fluido evaporerà, lasciando l'elemento colorante "secco" sulla superficie.
L'inchiostro penetra dove il fluido disperdente riesce a penetrare: in superfici porose sarà abbastanza difficile da rimuovere, in superfici meno ruvide si cancellerà facilmente (vedi segni di pennarello sul muro della cameretta dei bambini, vedi tag ad inchiostro su vetro che durano neanche una settimana). Se la porosità della superficie è troppo elevata (ad esempio della pietra lavica, o cemento che si sgretola) si perde l'effetto capillarità, e l'inchiostro non penetra. Sconsigliato usare poi inchiostri su superfici metalliche, difficilmente legano, questione di cariche elettriche opposte.
Spesso si consiglia di aggiungere anilina all'inchiostro per migliorarne le proprietà, cosa che io sconsiglio per i seguenti motivi:
- L'anilina è un cancerogeno riconosciuto per l'uomo. Provoca soprattutto tumori della vescica, ma anche tumori renali, cutanei, epatici e del sangue. Nessuna tag vale la propria salute
- Veniva aggiunta in molti inchiostri (come il Nero Inferno) per la sua facilità d'ossidazione: esposta all'aria varia il suo colore da trasparente/biancastro a nero in un periodo di tempo relativamente lungo, in questo modo andava a contrastare lo sbiadimento degli altri coloranti
- L'azione di fissante è data dalla formazione di impurezze resinose caratterizzate da un colore rosso/marrone durante l'ossidazione. L'azione di queste resine è comunque molto limitata
Una vernice è invece costituita da un solvente che la rende fluida, da un agente plastificante che ne migliora l'elasticità una volta essiccata, da pigmenti colorati e da un componente filmogeno adesivo detto legante.
Il solvente fa si che la vernice venga assorbita dalla superficie trattata, e tende ad evaporare/solidificare nel tempo. Il legante fa aderire maggiormente i pigmenti alla superficie, mentre il plastificante fa si che la struttura solida della vernice essiccata sia meno soggetta a crepe/distaccamenti (ricordo che in scala ridotta una superficie non è mai "ferma": dilatazioni termiche dovute a sbalzi di temperatura, erosione, sollecitazioni meccaniche variabili, deformazioni dovute alla chimica della superficie, ossidazione.. i parametri sono molti).
Una vernice generalemente ha minor potere penetrante rispetto ad un inchiostro (dovuto soprattutto alla maggior densità), quindi teoricamente è meno adatta a trattare superfici porose-capillari, mentre aderirà meglio in superfici con porosità di dimensioni più elevate e superfici più lisce come vetro e metallo. Su quest'ultima è la soluzione ideale, grazie all'elevato fissaggio fornito dal legante, e dalla capacità di resistere alle forte dilatazioni a cui un metallo è posto.
Capitolo a parte è la rimozione: in via generica si cerca sempre di far tornare la vernice o l'inchiostro al suo stato fluido: il modo più intelligente per farlo è ridargli ciò che lo rendeva fluido, come aggiungere solvente a una vernice (diluente nitro funziona quasi sempre) o acqua/alcol ad un inchiostro
Per rendere difficile la rimozione di una vernice il modo migliore è fare un mischiotto di varie vernici formate da solventi, leganti e plastificanti diversi: in questo modo si aumenta la resistenza della vernice ad attacchi chimici. La rimozione meccanica sarà comunque possibile. Un inchiostro molto diluito riuscirà a penetrare molto nella superficie, riuscendo a resistere bene ad attacchi sia chimici che di rimozione meccanica: il colore però sarà meno visibile, come in tutte le cose, la verità sta nel mezzo
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