Writerz Revolution Forum

Il rischio e i pericoli nel writing

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view post Posted on 23/9/2018, 10:25      

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Non so dove inserire questa discussione quindi la piazzo qui nella speranza di non rompere.

Mi piacerebbe sapere da voi quanto sia pericoloso ciò che fate...nel senso come ve la vivete con il rischio.

Io anni e anni fa provai a fare qualche tag, niente di così figo, in realtà è durato per un breve periodo, ma ricordo l'adrenalina del momento, lo zaino con le Montana, le mani sporche, le camminate...Belle sensazioni, bei ricordi, ma son durati veramente poco. Amo i graffi, mi piacciono, magari fatico a capirli ma vederli mi fan star bene, vedere fin dove arriva certa gente a far le tag, immaginare l'adrenalina che provano...Io in disegno sono una mezza sega quindi ho rinunciato per evitare di imbrattare a cazzo e mi sono dedicato con più successo personale al rap... Per quanto mi riguarda i writers hanno il mio appoggio totale, parlo dei writers no di chi schizza merda per imbrattare. Quando sento della madama e arresti o fermi per i graffiti o nei casi peggiori di morti mi fan girare il cazzo e trovo esagerato ogni azione contro degli "artisti urbani", sarebbe come se a me limitassero il diritto di parola...come direbbe Mosconi:" Ma che ohhh!!"

Quindi fanculo e w i graffiti!
 
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view post Posted on 23/9/2018, 11:00      
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the wALLverine

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Ti dirò, io non sono mai stato nell'ottica dello "spingere il mio nome". Per vari motivi. Il discorso dell'adrenalina per me non vale quindi non vado a caccia di certi momenti. Poi, ormai penso che ci siano un sacco di writers nel mondo (e questo é un dato di fatto) quindi taggare in giro, mettere la propria tag in mezzo alle altre milioni non lo vedo come un modo per farsi riconoscere, ma solo per perdersi nella massa. La soluzione c'è ed é ovviamente studiare un lettering molto particolare per saltare all'occhio e qui interviene ormai il ruolo dei social. Sulla strada puoi saltare all'occhio quanto vuoi ma ormai il bombing si fa anche sui social (non a caso un sacco di bombers hanno la propria pagina). E poi bisogna essere realisti: Se sviluppi un minimo le lettere poco cambia, é sempre lettering come le altre mille tag. Se distorci troppo la gente non capisce e quindi é inutile. Puoi però fare come ad esempio canser: Farsi riconoscere dalla forma delle lettere prima di tutto, e poi magari aspettare che la gente si metta a leggere le singole lettere.

Io inizio a pensare che il contesto in cui ci muoviamo e i materiali che usiamo hanno un potenziale enorme per limitarsi a disegnare lettering nudo e crudo. Quello lo si fa per lavori come in grafica ecc. E infatti poco alla volta mi muovo in questa direzione. Studiando mi é rimasto impresso un concetto tanto semplice quanto ampio e profondo, ossia che ad oggi l'arte é la creazione di forme di comunicazione. La ricerca del bello é finita con i Greci e al momento se ne occupa la pubblicità, il design e la grafica.
 
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view post Posted on 23/9/2018, 11:28      

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Non capisco.
Cosa intendi che ormai si usano i social per bombardare? Nel senso, un tempo ci si mimetizzava tra la gente, c'era la tega che gli sbirri si mettevano a "studiare" le tag, quindi l'unico mezzo era il muro o il vagone, ora ci si mette in piazza con i social? Cioè che senso hanno i social con writing se non lo fai per lavoro? Ergo mi stai dicendo che non esiste più il writer che bombarda per la passione e la tega che ti da? Cioè bombardare con i social non è come bombardare sui muri, se non hai una società che si dedica a questo come avviene in molte realtà, per un singolo individuo mi sembra andare contro la sua stessa natura...
 
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view post Posted on 23/9/2018, 12:53      
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the wALLverine

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Intendo che con instagram, youtube, ecc raggiungi molta più utenza. Non a caso si conoscono e si parla di un sacco di writer perché si scoprono sui social. Non ho detto che si bombarda solo sui social (non ha minimamente senso logico perché per postare la foto del pezzo il pezzo devi averlo fatto ergo prima fai il pezzo e poi lo pubblichi). I social sono un megafono. Ci parli dentro a bassa voce e ti sentono migliaia di persone. Ormai fa parte del gioco.

Andare contro la propria natura? Io non sono nato come bomber, mi infottavo con i video hardcore di kidult, canser, sicoer, 1UP, gasandomi un sacco ma in realtà non mi importava e non mi importa di quell'aspetto. Non chiamarmi writer se vuoi "perché se non spingi non sei un writer". Però in base a tutto ciò di cui disponiamo, dedicandosi solo al lettering e spingere il proprio nome, secondo me ci si autolimita. Io preferisco continuare a camminare a testa alta e cercare sempre qualcosa di nuovo. Sia chiaro, se un pezzo é una bomba non lo schifo di certo, di fatto anche io continuo a fare lettering ma intanto sto studiando altro e prima o poi inizierò a portarlo su muro. Sono scelte.

Ah comunque per rispondere alla tua domanda:

CITAZIONE
Nel senso, un tempo ci si mimetizzava tra la gente, c'era la tega che gli sbirri si mettevano a "studiare" le tag, quindi l'unico mezzo era il muro o il vagone, ora ci si mette in piazza con i social?

É esattamente così. Ci sono anche un sacco di train bomber che mettono in piazza action e pannelli.
 
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view post Posted on 23/9/2018, 13:44      

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Ma non è un rischio usare i social?
Non so, ho capito meglio ciò che intendi con il discorso social e volendo ci può stare se appunto magari porti avanti un progetto lavorativo, però non riesco a capire il senso oltre quello di farsi conoscere è un po' come essere più un pittore che writer a quel punto, ma sappiamo che il writer è un qualcosa in più di un pittore che tutto tranquillo pittura...Cioè io credo che il bello del bombardare sta proprio nel fatto che scopri che uno è stato in un posto no da face o in sta, ma con i tuoi occhi quando lo vedi. Ristringe la comunicazione certamente un limitato utilizzo dei social ma regala quella poesia che inevitabilmente non avresti.. Almeno penso o meglio lo sento così. È un po' con la musica in rete anche noi l'abbiamo messa ma abbiamo fatto anche un cd fisico, proprio per quella poesia che internet non ti riesce a dare. Magari sono troppo tradizionalista mi sa..

Quindi (passami il termine) tu sei più un "architetto urbano" che un writer che bombarda per il gusto di lasciare la tag o un bel graffio? Cioè tu un giorno se non lo stai già facendo ci vuoi campare con questa passione?
 
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view post Posted on 23/9/2018, 16:32      
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La gente usa insta perché ha più visibilità. Che sia un bomber o uno che fa masterpiece. Vai a vedere tu stesso sul social, cerca un writer che ti piace, molto probabilmente avrà un suo profilo.

Attento con i termini: "architetto urbano" é proprio decontestualizzato. Io dipingo lettere, come tutti quanti. Solo che ci gioco, mi faccio le mie murate studiate (per quello che posso dare dopo solo 6 anni). Non taggo in giro, non faccio flop. Non mi interessa quell'aspetto. Adesso posto dei miei pezzi così capisci.

Per il lavoro, no, non voglio assolutamente fare dei graffiti il mio lavoro. In Italia significherebbe molto probabilmente dipingere saracinesche e garage a vita. Io studio anche calligrafia, su quello invece punto.
 
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view post Posted on 23/9/2018, 17:02      

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Per "architetto urbano" intendevo una persona un po' più diciamo attenta al contenuto, come dicevi effettivamente il mondo è pieno di writers quindi è più facile come dici finire nel mucchio senza distinguersi. Ma fai o hai fatto l'artistico?

Tornando alla domanda del post quindi tu tendenzialmente non prendi rischi tipo magari il luogo o delle persone?
 
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view post Posted on 23/9/2018, 19:08      
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Non ho fatto l'artistico! Dipingo quasi sempre in legale oppure posti abbandonati
 
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view post Posted on 24/9/2018, 12:09      
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Aggiungo: "il writer è più di un pittore". Non ne sarei così sicuro... Se metti a confronto qualcuno che fa solo lettering e qualcuno che fa solo realismo o iperrealismo, allora li considero alla pari, tant'è che da una parte ci sono i font e dell'altra la fotografia, quindi vedi che si continua ad essere in linea con la realtà, quando, come ho già detto, si può andare molto più in là della mera realtà, proprio perchè non abbiamo limiti e possiamo fare tutto. Un pittore che sperimenta, vedi Picasso (esempio scontato) è molto più di un classico writer, si spinge molto più in là. Se la tua osservazione è per il contesto fisico in cui ci si muove (l'ambiente che non sia uno studio) allora non sono comunque d'accordo: oltre ad esserci chi, come pittore, dipinge en plein air, esiste anche il movimento dei muralisti. Quindi vedi che writers e pittori, considerati questi aspetti, sono molto più simili di quanto si possa pensare. Poi vedi writer come Bims della ghetto farceur e capisce che sta portando la sua roba completamente oltre al classico writing (e meno male). Oppure guarda uno dei pià importanti esponenti di quello che è stato chiamato "post-graffiti": in arte firma 108, è nato come writer che faceva lettering, poi si è spostato oltre. Per questo dico che per quello che usiamo e nell'ambiente in cui agiamo ci si autolimita se si ocntinua a fare puro lettering. poi ovviamente come ho già detto sono scelte stilistiche e rispecchia anche la personalità e il pensiero della persona.


Edit: ho riletto meglio il tuo messaggio, ho sbagliato a capire: non hai detto che il writer è più di un pittore mi sembra. Comunque poco importan ,condivido lo stesso il mio pensiero
 
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8 replies since 23/9/2018, 10:25   136 views
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