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Biografia & Intervista: Scoe

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Silenzio In Aula
view post Posted on 28/6/2012, 12:35      




Ciao Scoe! Per cortesia raccontaci qualcosa di te e di com’è avvenuto l’incontro con il writing.
Il mio approccio con il writing è stato alquanto singolare, devo ammettere che all’inizio, all’ eta’ di 14 anni ero piu’ interessato alle ragazzine che al writing e visto che la cosa mi faceva gioco iniziai a pavoneggiarmi con delle tags nei cessi del mio liceo, cosi’ nacque subito il primo s***, e da questa ostica accoglienza nacque in me il desiderio di conoscere cio’ che stavo facendo!
In sintesi ero proprio un vero imbecille, cosa che non discosta molto dall’odierna situazione; ma la cosa iniziava ad affascinarmi profondamente, una realta’ parallela, il fatto di crearsi una propria identita’ un mondo sotterraneo, la vedevo in maniera molto romantica ed iniziai a studiare con I mezzi a mia disposizione. Non sono mai stato molto interessato alla cultura “hip hop” nel suo complesso, ho sempre visto il writing come una realta’ a se stante, poi all’epoca ero il capo dei cacirri ( tamarri ndr), ascoltavo musica dance commerciale con I miei amici, che non erano interessati a questo mondo, da li a breve la mia voglia di saperne di piu’ mi fece distaccare dalla compagnia del muretto ed iniziai a conoscere altri matti graffiti della mia zona; ma non mi sentivo mai all’altezza della situazione, e in effetti passò molto tempo prima che mi decisi a compiere il passo fatale che porto’ a tutti gli effetti un cambiamento radicale della mia vita.
Volente o nolente, probabilmente se mi fossi impegnato nello studio tanto quanto nel writing ora starei in uno studio d’architettura a disegnare centri polifunzionali, mia nonna al mercato potrebbe vantarsi di quanto sia stata bella la laurea del suo nipotino e non dovrei star sveglio 4 notti a settimana per far le foto “pregio”. Ma d’altra parte quando vedo un mio pezzo girare, quando sto con I miei amici a dipingere, mi sento veramente bene, come non mai, e poco importa se non posso condividere questa gioia con le amiche di mia nonna al mercato.

Parlaci del tuo inseparabile compagno Oste, come vi siete conosciuti?
Oste ha iniziato a dipingere copiando le mie tags nei cessi del liceo artistico, in un certo senso ho creato un mostro e me ne dispiaccio; tutti I poveracci che lo conoscono possono capire di cosa sto parlando.
In realta’ lui iniziò a fare sul serio molto prima di me, mentre io ancora concentravo I miei sforzi creativi nell’ accalappiaggio ragazzine lui decise di prendere in mano gli spray e far sul serio. Non eravamo amici, ma semplici conoscenti, tanto che i ragazzi coi quali iniziai a dipingere lo detestavano e ne sentii parlare talmente male che non potevo esimermi dal dipingerci assieme.

Devo ammettere che era molto piu’ avanti di me, ma fu amore a primo pezzo, iniziammo a dipingere sempre piu’ in sintonia e non ci vergognamo di ammettere che in due è piu’ facile superare molti ostacoli, sia nel writing che nella vita di tutti I giorni, poi ci son giornate in cui non ci sopportiamo e altre in cui uno non riesce a dipingere se manca il compagnuccio. Ci è capitato di venire sorpresi lungo depositi ferroviari e far finta di essere due gay che cercavano un po di intimita’ ed esser stati lasciati indisturbati!!
Come ci son capitate le fughe piu’ stupide e divertenti: una volta Oste aveva mangiato pesante e non riusciva piu’ a trattenersi, cosi’ dopo essere entrati in yard lui si è messo a defecare dietro ad una littorina, ed io ovviamente ero li ad aspettarlo, dopo un minuto è arrivata la vigilanza in automobile a tutta birra, diretta ovviamente verso di noi! Penso che il vigilante in questione non ci abbia rincorso per compassione, una scena raccapricciante gli si è presentata davanti gli occhi: due adulti che iniziano a correre sbucando da sotto un treno: uno coi calzoni e le mutande calate l’altro con due borse della spesa… penso siano cose che accrescono l’affinita’ tra due persone.

Dal mio personale punto di vista questi ultimi anni per te sono stati molto importanti, ti sei dato molto da fare, hai fatto passi da gigante basti confrontare i pezzi che fai oggi con quelli di qualche anno fa. Cosa ti ha spinto a darci dentro?
Penso che molto sia da imputare al fatto che essendo in due a dipingere, in pratica sempre assieme, abbiamo la necessita’ di confrontarci di continuo, uno è il punto di riferimento dell’altro e viceversa cosi’ facendo, da quando dipingiamo assieme, entrambi abbiamo avuto una forte spinta avanti, un po’ ci rincorriamo un pò ci autoinfluenziamo l’un l’altro, e questo, certamente ha cambiato il mio approccio mentale verso il writing.
Ogni settimana cerco di studiarmi qualcosa di nuovo a carattere stilistico, quando non ci riesco mi impunto sui dettagli, a volte mi perdo in cose inizialmente inutili che poi scaturiscono in altro, penso che questa maniera di procedere e di creare l’abbia metabolizzata dalla mia passione per l’architettura. E’ esattamente lo stesso metodo che uso quando procedo per un progetto architettonico, pero’ con la variante che nel writing sono effettivamente agli inizi e ho la possibilita’ di imparare ancora moltissimo, di essere ancora influenzato da moltissimi altri stili che possono benissimo non essere legati al mondo dei graffiti, spesso cerco di impostare le colorazioni dei pezzi come alcune grafiche popolari anni 60/70, per popolari intendo le grafiche meno blasonate in assoluto, quelle che ognuno ha avuto modo di vedere almeno una volta, le tende della casa al mare della zia, o come le etichette del fustino del detersivo nel ripostiglio della bisnonna di quando ero bambino.

Perchè dipingi? Cosa ti da la forza di farlo nonostante i mille casini che spuntano ogni giorno, le infamate, gli scazzi…
Qualche tempo fa parlando con Sparki, mi disse una bella frase riguardo un suo lavoro, era un’uomo seduto sul water, “noi assimiliamo immagini, informazioni, idee, le metaboliziamo e cio’ che ne esce è il frutto della nostra personale visione del mondo,(in questo caso cio’ che produciamo è writing) proprio come accade al cibo, in quel caso cio’ che produciamo è ***”.
Se ci si pensa un po su… ognuno fa la cacca in maniera diversa dall’altro, anche se si mangiano le stesse cose; perche’ nessuno è fatto allo stesso modo, ed ognuno esprime se stesso in diversa maniera, io ci provo con il writing, a volte attraverso la fotografia, ma troppo spesso la mia fotografia è frutto del writing. Probabilmente è il mio modo di vivere, dipingere mi da spesso ( per fortuna ) delle belle soddisfazioni, soprattutto perchè è cio’ che piu’ amo fare, ed è ciò su cui spendo molto tempo, continuando sempre a trovare lo stimolo per cercare, sapere e migliorare. Per quello che riguarda gli scazzi la risposta è facile, “molte persone sono invidiose di come gli altri fanno la cacca”, una scena senza litigi ed invidie è pura utopia, in fin dei conti siamo esseri umani, e non si puo’ esser tutti daccordo su tutto, se poi pensi che è un’ambiente nel quale sotto sotto tutti vogliono primeggiare, il quadro della situazione ti si presenta un pò ridicolo, ma è l’essenza stessa del writing. Troppe volte sento dire “lo faccio solo per me stesso”, e troppe volte mi suona falso, se lo fai solo per te stesso mettiti a fare tele e tientele in casa, Io lo faccio perche’ voglio essere. Non ho paura ad ammettere che nel writing la componente “fama” è ben presente, non è la prima ragione per cui dipingo ma non mi nascondo dietro un dito, odio i discorsi retorici in merito a questa cosa.

Ci sono stati dei momenti in cui hai pensato seriamente di smettere?
All’inizio non riuscivo ad uscirne fuori, ero pieno di scazzi nonostante non dipingessi e la cosa mi rendeva triste, tanto che non mi sentivo a mio agio, non riuscendo a produrre cio’ che volevo e spesso mi chiedevo chi caspita me lo faceva fare di continuare a spendere il mio tempo in questa avventura se la mia visione del writing differiva da quella di tutti gli altri, (o almeno cosi’ pensavo). Ora come ora sinceramente non penso di poter smettere di dipingere perche’ è una delle cose che piu’ mi soddisfano e non bado per nulla a cio’ che si dice riguardo al mio operato, d’altra parte si cresce e molti ostacoli cadono.
Penso che si usi troppo impropiamente la parola “arte” in merito ai graffiti, qualche tempo fa era solo vandalismo, ora un pò la gente sulla scia di quanto dicono i media comincia ad apprezzare i pezzi, ovviamente se relegati e ristretti negli spazi consentiti. Ammiro chi dipinge grandi pareti d’impatto scenografico, non sono un fondamentalista del bombing, amo le cose fatte per bene, ma se parliamo di graffiti, di writing deve esistere la voglia di far girare il proprio nome, di vederlo ovunque. Una bella tag non è arte, non vorrei mai che lo fosse, perche’ verrebbe a mancare il suo significato primario, ed è ciò che chi non fa parte del movimento non capisce, è per questo che non cerco il riscontro dei “non addetti ai lavori”.

Il tuo fotolog è uno dei miei preferiti, evidentemente non sono l’unica a pensarla così visto che recentemente le hai esposto i tuoi scatti ad una mostra. Com’è nata questa passione, da dove prendi l’ispirazione, fai foto ovunque, a caso oppure avverti lo stimolo solo in location particolari… Cosa ti affascina del luogo o del soggetto che scegli di fotografare.
Ritieni che per fare delle “belle foto” ( prendilo in senso generale) sia necessaria per forza una buona macchina oppure chi è bravo lo è comunque anche con una kodak fun?
Intanto ti ringrazio!
La passione per la fotografia era antecedente a quella per il writing e grazie a quest’ultima ho potuto svilupparla.
Spesso cerco negli scatti che faccio di racchiudere le mie sensazioni senza troppo pensare all’effetto della foto dal punto di vista puramente estetico, lo stimolo per scattare percio’ l’ho spesso e indipendentemente dalla location, ma è altrettanto vero che mi è piu’ facile scattare foto pre e post pannello, visto che in quelle occasioni ho sempre con me l’attrezzatura, purtroppo non sono una persona molto ben organizzata, e molte volte mi trovo sprovvisto di macchina fotografica, ho provato piu’ volte a girare con l’attrezzatura, ma non ne sono capace, e per questo le mie foto possono sembrare un pò monotone. Per quanto riguarda la qualita’ dei componenti, credo che sia ipocrita dire che con qualunque macchina si possano raggiungere ottimi risultati, certo, il fotografo non si distingue dall’attrezzatura, ma quest’ultima è importante. Per quanto riguarda la qualita’ dell’immagine, una foto che ha un’anima l’avra’ anche se è stata scattata con una Kodak fun, ma se è stata scattata con un’attrezzatura professionale il risultato qualitativo non si discute, è proprio il caso di dire che anche l’occhio vuole la sua parte!

Parliamo della tua regione, il Veneto. Avete una scena invidiabile, con una forte tradizione , completezza stilistica… parlaci di come stanno andando le cose, c’è qualcuno che si muove più degli altri, chi c’è, che succede…
Il Veneto è sempre stato un buon posto, ricco di storia per quanto riguarda il writing italiano, basti pensare a treviso, vicenza e padova. Ci sono molti writers attivi in tutti gli ambiti, sia nelle paretone stilische, sia nel trainbombing, io sono uno degli ultimi arrivati in fin dei conti, e devo dire che ho avuto la fortuna, in questi ultimi anni, di aver conosciuto delle gran belle persone con le quali dipingo molto spesso e con cui riesco a condividere anche altro. Non penso che interessi a nessuno un’elenco di nomi, mi basta dire che sono contento di avere la possibilita’ di confrontarmi con loro e di vivere questa cosa anche grazie alla loro stessa passione che è cresciuta prima della mia.
In questa penisola ci sono un sacco di mattacchioni con cui amo dipingere e passare il tempo, appena posso non vedo l’ora di andarmene a spasso per l’italia a divertirmi con loro (p.s. è una minaccia hahah).

A parte il writing in cosa altro ti diletti? cosa fai durante il giorno?
Mi piacciono i vestiti e soprattutto le scarpe, adoro comprarne sempre di nuove e diverse, spesso mi perdo nei progetti piu’ vari: come il restauro di una vespa d’epoca o l’arredobagno, per dei giorni non mi faccio sentire, arrivo sempre in ritardo e odio I ritardatari, mi stanno antipatici i punkabbestia che ti chiedono soldi per far mangiare il cane, celentano la ventura e pupo in tivu’. Spesso leggo i forum di railsfan e mi meraviglio, amo l’acqua alta a Venezia, quando sono a Mestre, odio stare in stazione le ore per fare le foto ad un pannello che sembra scomparso nel vuoto, mi sveglio tardi, non faccio mai colazione e non bevo caffe’, a volte vado all’universita’, ma se non vedo faccie amichevoli me ne vado, odio meccanica strutturale e sono due anni che ogni giorno penso sarebbe il caso di studiarla e poi mi ascolto l’ultimo di david carretta. Mi piace entrare da calzedonia e fare complimenti sottili alle commesse, sono spesso cinico e non mi interesso ai veri problemi del mondo soffermandomi spesso sulle cose futili ma me ne rendo conto, mi piace bere spritz (aperitivo Veneto) in orari sbagliati e la tennens media, il pomeriggio vedere i simpsons, che ho gia’ visto almeno tre volte, e poi nascondere ai miei amici le conquiste amorose, che in genere durano una settimana, credere di non invecchiare mai, spettegolare con le mie amiche sulle ragazze piu’ inn, viaggiare senza che nessuno sappia dove sono; la sera andare alle feste universitarie o in locali con poca luce e dal soffitto basso.
Di tanto in tanto lavorare per pagare delle multe, non pratico sport e non gioco ai videogames, dopo le vacanze natalizie penso sempre di ricominciare ad andare a nuoto o ad iscrivermi in qualche palestra, poi mi sento ridicolo e lascio perdere, do sempre buca alla stessa ragazza da quasi un anno e mezzo e non me ne capacito, giro per la zona industriale la sera a far foto, ogni giorno decido di non mangiar piu’ carne e non resisto ai panini con la porchetta, la sera vedermi “lock & stock; the snatch; il grande lebowski o l’uomo che non c’era” prima di dormire.

… a questo punto che domanda vorresti che ti facessi?
Ti piacciono le bionde o preferisci le more?
-non lo so, e non capisco perche’ non vengono mai considerate pure le rosse che personalmente ammiro.

Cosa ti auguri per il futuro?
Sinceramente per quanto riguarda la scena del writing italiano, non la vedo catastrofica come sento spessissimo dire, ci sono un sacco di bei writers “nuovi” e molti degli “storici” che hanno saputo evolversi creando sempre qualcosa che sappia dare lo stimolo ai gggiovani per superarsi, io mi sento di avere ancora tanto da fare e da dare, gli stimoli cambiano continuamente e per questo ogni giorno è una nuova spinta.
Spero di aver la forza di andarmene all’estero, trasferirmi definitivamente; ho paura della situazione che si sta creando in Italia e il mio futuro sempre piu’ buio, mi piacerebbe aprire uno studio di architettura/design & grafica con I miei amici oste, rode, tubo, bond, luke, teyl & cipolla; ma il cipolla se la tira ☺
Se I miei progetti non andassero in porto mi auguro di vincere a lotteria come il padre di lettura (read).
 
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