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Biografia & Intervista: Peeta

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G.O.
view post Posted on 16/7/2011, 10:39      




Biografia:

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Manuel Di Rita è un giovane artista italiano nato in un piccolo paese vicino a Venezia (Italia). Ha iniziato a scrivere Peeta all'inizio del 90 e presto divenne un noto writer all'interno della scena italiana, grazie anche alla sua collaborazione con la crew EAD padovana. Ha affrontato diversi stili, e ha finalmente elaborato una tecnica personale che prende ispirazione dalla scultura e design industriale e consiste in una esecuzione molto originale della pittura 3D. Il suo successo come writer lo ha spinto a superare molto presto il confine italiano. Ha iniziato a viaggiare per tutti gli Stati Uniti e il Canada, diffondendo la sua arte e raggiungendo una grande popolarità a livello internazionale, soprattutto grazie alla sua partecipazione a molti concorsi di graffiti, Incontro di stili e di mostre personali e collettive. In relazione a questo è molto utile ricordare due importanti collaborazioni: quella con la crew FX (dal 2003) e l'altra con la crew RWK (dal 2006), entrambi da New York. I graffiti e la pittura sono in lui, la sua passione è diventata uno stile di vita che lo spinge alla ricerca continua, lo studio e approfondire la conoscenza di nuove tecniche, materiali e forme. L'elaborazione del suo stile personale deriva dalla volontà di coniugare lettering tradizionale con la pittura 3D. Questo esperimento è sfociato nel dare vita ad un unico tipo di ritmo visivo, creato dalle linee che si intersecano tra le sezioni di superfici coniche, cilindriche e torsione. Il ruolo della scultura viene ad essere essenziale per questo scopo. Infatti, la scultura rappresenta per l'artista un contatto diretto con tridimensionalità e così lo aiuta a trovare divertenti effetti 3D e di comprendere a fondo le regole di luci e ombre. Se all'inizio della sua carriera sculture e tele erano considerati solo come mezzo di esercizio tecnico per dipingere sui muri, infine, divennero un'opera d'arte essi stesse. In questo modo la sua arte è stata in grado di raggiungere un pubblico molto più grande, ottenendo gallerie d'arte in tutto il mondo.

--Traduzione fornita da [email protected]
Manuel di Rita is a young Italian artist born in a small town near Venice (Italy). He started to write Peeta since the beginning of the 90es and soon became a well-known writer within the Italian graffiti scene, also thanks to his partnership with the Paduan EAD crew. He has approached different styles, and has finally elaborated a personal technique which takes inspiration from sculpture and industrial design and consists on a highly original execution of the 3D painting. His success as a graffiti writer has pushed him to exceed very soon the Italian boundary. He started travelling all around the US and Canada, spreading his art and reaching a huge popularity on an international scale, especially thanks to his participation to many graffiti contests, Meeting of Styles and personal and collective exhibitions. In respect to this is very useful to remember two important collaborations: the one with the FX crew (since 2003) and the other with the RWK crew (since 2006), both from New York. He’s completely into graffiti and painting, his passion has became a lifestyle and has been pushing him to continuously research, study and deepen his knowledge of new techniques, materials and shapes. The elaboration of his personal style came from the intention of joining together traditional lettering with 3D painting. This experiment has finally ended up in giving life to a unique kind of visual rhythm, created by the intersecting lines between sections of conic, cylindrical and twisting surfaces. The role of sculpture comes to be essential for this purpose. In fact, sculpture represents for the artist a direct contact with three-dimensionality and so it helps him to find nice 3D effects and to deeply understand the rules of light and shadows. If at the beginning of his career sculptures and canvases were considered only as means of technical exercise to finally paint on walls, they’ve then became work of art themselves. In this way his art has been able to reach a very bigger audience, getting to worldwide art galleries.




Intervista:

Presentazioni:
Mi chiamo Manuel, ho 23 anni e vivo a metà strada tra padova e Venezia, in mezzo alla campagna. Sono un tipo magro con gli occhiali, apparentemente tranquillo.

Parlaci della tua visione di writing, per te cos’è e cosa rappresenta?
Ho conosciuto il writing a fine anni 80, ero piccolo e, per ragioni di famiglia, la città da me più frequentata è stata Trieste, li ho visto tags di friz aka wolf, ma mi limitavo ad osservare affascinato.
Poi durante una visita a barcellona nel 93, ho avuto l’occasione di vedere delle grandi murate, seppur avendole viste di sfuggita, mi sono rimaste molto impresse. Cominciai ad imitare quello che avevo visto, sono partito quasi dal nulla, solitario, senza grossi riferimenti come fanzine, pezzi in città o in ferrovia, tappi, spray.
Ma ben presto ho potuto conoscerlo più da vicino quando, una volta più indipendente, cominciai a frequentare Padova e Venezia e quindi sono entrato a contatto con quel che facevano l’EAD a Padova e la TWP e F2D a Venezia. Da allora il writing mi ha coinvolto totalmente, è una disciplina che mi ha spinto ad una sorta di sfida con me stesso, alla quale do prioritaria importanza, è stata ed è motivo di studio, ricerca, riflessione, rischio, rapporti con luoghi e persone enche lontani.

Parlaci dell’EAD.
L’EAD è nata più di 10 anni fa a Padova quando, Boogie, Zhana e Stand si trovavano a ballare su superfici di marmo ai piedi di un palazzo in un posto ormai sacro per questa crew, le banche. Da allora li si è sempre continuato a ballare, e un numero sempre maggiore di persone ha cominciato a frequentare questo luogo per condividere la passione delle discipline del breaking del writing e della musica. Partendo da Boogie che all’epoca si muoveva con Crez si sono aggiunti Rioth, Made, Joy, Trace, Vires, Noem, Zagor e Yama tra i writer, dc ace, cesare, maczone, bounty, henry, hippo, monsa, eleonora, giulia tra i breakers e sicuramente molto si deve a Max’nbassador per la musica.
Comunque le crew sono state molte a gravitare intorno al movimento dell’ead e in modo particolare alle banche come luogo di ritrovo e di confronto.
A partire dal 94 anche io ho frequentato questo luogo assiduamente, ma prima di stringere i rapporti con l’ead, facevo parte di una crew nata sempre alle banche, LAH, last action heroes, formata da Ione, il primo writer che ho conosciuto, e da Cupo e Tresko. Purtroppo ad un certo punto le nostre strade si sono un po divise e ho continuato a dipingere con L’EAD, entrandone a far parte nel 2000. Con loro sono cresciuto e da loro ho imparato moltissimo.

Invece come sei venuto a contatto con l’FX?
Durante la scorsa estate io e Yama abbiamo deciso di fare un tour in Europa, grazie ai contatti con Seak e Daim e ad altri contatti a Parigi, abbiamo potuto partecipare ad alcuni eventi in Germania e in altri paesi tra cui il meeting of styles. Abbiamo partecipato al MOS di Amsterdam e a quello di Anversa, proprio in queste occasioni abbiamo conosciuto Pose2 FX. Lui entusiasta del nostro lavoro ci ha proposto di rappresentare l’FX in Italia. E’ una proposta che ci ha fatto onore, ma ci ha lasciato un po perplessi inizialmente, dato il fatto che a parte lui e Daim, non conoscevamo gli altri membri della crew. Abbimo però, grazie all’airbrush, potuto conoscere di persona altri membri FX, e ben presto, avremo modo di stringere i rapporti anche con tutto il resto della crew.

Parlaci della tua evoluzione stilistica.
Sono partito col dipingere delle lette molto semplici, oserei dire primitive, poi sotto l’influenza di Ione ho cominciato a disegnare puppet, e, sotto l’influenza del wild style di Zagor e di tutte le lettere che giravano nelle fanzine, parallelamente studiavo puro lettering. Poi un giorno ho fuso le lettere con la tecnica che usavo per i puppet e ne venivano fuori grovigli incomprensibili di fome morbide tipo a bassorilievo, ricche di sfumature. Successivamente, ho cercato sempre più di rendere ordinate queste forme, e sono arrivato al punto di considerare le lettere come dei moduli, trovando tra le lettere che compongono il mio nome, dei punti di somiglianza e perciò ripeterli quasi uguali per ogni lettera, creando così una sorta di ritmo visivo che sta alla base delle mie composizioni. In yard poi, il mio stile si è semplificato e allungato, il mio modo di dipingere è diventato più sicuro e determinato.
Ho deciso di approfondire frequentando l’istituto d’arte, li ho potuto imparare le tecniche della scultura che mi sono servite per per avere un confronto diretto con la tridimensionalità. I miei pezzi via via hanno acquistato sempre più volume, ora costruisco le mie lettere attorno a dei cilindri disposti in modo dinamico, in pratica immagino di sezionare più volte un questi cilindri ottenendo una serie di forme,poi immagino di togliere alcune parti, di aggiungerne altre, di esasperare e “tirare” certe altre parti fino a raggiungere la forma delle lettere. Tendo a tener ben presente tutto quello che ho fatto in passato, non sarei in grado di inventarmi un nuovo stile dall’oggi al domani, quel che disegno ora è frutto di una lenta ma costante evoluzione che negli ultimi anni vede la scultura come studio per il writing. Tutt’ora sto lavorando ad una scultura che mi sta coinvolgendo parecchio, sto provando nuovi materiali molto interessanti, come certe materie plastiche. Quel che desidero precisare è che le sculture che faccio non sono fini a se stesse, vedo la fine di una scultura come l’inizio di nuovi studi e qiundi di una nuova serie di pezzi.

Raccontaci qualche tua esperienza personale.
Tra i bei ricordi, spicca sicuramente il tour in Europa fatto con Yama, in modo particolare il periodo trascorso a Parigi con 2rode, anche se non completamente, ho potuto confrontarmi con una grande metropoli dotata di una scena che ha un sacco di storia. Spero di ripetere molte altre esperienze simili in futuro.
Durante qualsiasi mia fuga me la sono vista brutta, ma ricordo molto più malvolentieri un incidente, ma ringrazio dio e la cintura di sicurezza.

Quali sono gli stili che preferisci?
In veneto non c’è un così grosso numero di persone che dipingono, ci conosciamo un po tutti, non è come a Milano o Roma, dove c’è una grossa scena e il bombing è sicuramente massiccio e talvolta incoscente. qui da noi il bombing c’è, lo ammiro, è criticato dalla fottuta opinione pubblica, ma, a Padova almeno, si è cercato anche di collaborare un pò con la città, non autoinquinandoci, aprofittando degli spazi presi e di quelli dati, in modo da dare la miglior impressione, in modo da sottolineare l’aspetto artistico del writing. Da questo punto di vista, e non solo, ammiro knm, la cremeria, spa, pdb, e tutti quelli che hanno cercato di costruire qualcosa. Dai ragazzi di Padova, e da molta altra gente che ho conosciuto, ho imparato a spingere sempre sui tasti dello stile personale, della qualità, della ricerca. Trovo che in italia, ma anche all’estero, ci sia troppa uniformità di stile. Ammiro tutti gli stili che si distinguono significativamente, tra i tanti, Joys, loomit, daim, seak, os gemeos..

Hai altri interessi oltre al writing?
sostanzialmente non ho altri interessi oltre al writing, tutto quello che faccio ruota attotorno ad esso. i miei più grandi amici sono sostanzialmente tutti writer, fatta eccezione per 2 grandi amici che writers non sono e nulla hanno a che fare con esso, comunque con loro ho condiviso anche il writing. per lavoro, ho vissuto un pò con sparki LAC l’anno scorso a venezia, comunque ora sono a casa e il writing è ormai entrato nella quotidianità, in famiglia è ben accolto. Non sono legato sentimentelmente attualmente, cmq vecchie relazioni sono state molto legate al writing. Anche le scelte di scuola e lavoro sono legate ad esso, l’istituto d’arte per cominciare e autocad per approfondire, ho lavorato in uno studio di architettura e ora lavoro come prototipista per una nota ditta di occhiali. Il mio lavoro è un misto di oreficeria e scultura, anche se si limita alla sola esecuzione, questo lavoro assume un ruolo determinante per l’acquisizione di manualità e tecnica per approfondire la disciplina della scultura, ne traggo molti vantaggi per i miei esperimenti. Mi piace dipingere, scolpire, fotografare e in generale fare qualunque cosa di creativo. ascolto molto hip hop, funk, jazz. L’insalata non fa mai male.

Raccontaci una tua giornata tipo.
mi alzo abbastanza presto, a volte riesco a buttare giù 2 idee su carta prima di andare al lavoro, trascorro li la maggior parte della giornata, torno a casa e dedico il poco tempo rimasto a scolpire, disegnare, navigare, in compagnia di musica e amici. Durante la mia attuale giornata tipo, in sostanza, cerco di fare più cose possibili e nel modo migliore, seza affanno ovviamente.

Che progetti hai per il futuro?
Odio molti lati della staticità, perciò spero in un futuro dinamico.
saluto tutta l’EAD, FX, KNM, SPA, LAC, ES, Capo, Verbo, Sika, Gazasoft.



Topic con raccolta, foto qui sul forum: https://writerzrevolution.forumcommunity.net/?t=46751574

Edited by G.O. - 19/8/2011, 14:11
 
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Silenzio In Aula
view post Posted on 3/1/2013, 23:14     +1    




NUOVA INTERVISTA:

1)Ciao Peeta,presentati a chi non ti conosce e spiegaci da quanto tempo,come e grazie a chi hai incominciato a praticare writing

Ciao, sono Peeta e vengo dalla provincia di Venezia. Dipingo dall’inizio degli anni ‘90. Di preciso dal ‘93 quando ho iniziato a fare le prime tag e i primi pezzi dopo essere stato ispirato dai grandi all of fame visti durante un viaggio a Barcellona. Inoltre, andavo spesso a trovare mio padre che vive a Trieste e ero colpito dai pezzi lungo la linea Venezia- Trieste, così ho iniziato a fotografarli, osservarli e poi a cercare di imitarli.

2)Hai iniziato a praticare writing in Italia ma le più grandi soddisfazioni te le sei tolte all’estero con la FX crew e la RWK crew.
Come sei venuto a contatto con queste 2 crew di New York e quanta differenza c’è nel fare writing all’estero piuttosto che in Italia.

Ho conosciuto Veng nel 2006 mentre giravo gli Stati Uniti con Ecb per lo US Meeting of Styles tour. Abbiamo fatto amicizia durante il meeting di NY e dopo aver dipinto un muro a Staten Island assieme, ha chiesto sia a me che a Ecb di diventare parte dell RWK. Per quanto riguarda il dipingere all’estero non posso generalizzare troppo la situazione in quanto ogni luogo è sottoposto a proprie leggi e usanze, completamente diverse l’una dall’altra. Posso dire che dipingere a NY mi da sempre grandi soddisfazioni: c’è una bella atmosfera e noto un grande interesse e un ricambio di energie da parte delle persone. Bisogna tuttavia stare molto attenti ed evitare i muri illegali date le politiche molto restrittive a riguardo. Ad ogni modo, anche la scena italiana è sempre più sottoposta al controllo delle autorità e le conseguenze sono sempre più aspre.

3) Il tuo è uno stile particolare, un 3D puro come in pochi attualmente sanno fare, hai mai pensato di praticare anche l’aspetto “illegale” del writing, e cioè quello fatto solo di tag e bombing?

L’ho fatto in passato ma ho preferito dedicarmi al miglioramento della tecnica che ad una scelta di quantità, come può essere quella imposta dal bombing. Non espongo alcun giudizio in merito ed apprezzo entrambi gli aspetti del writing ma, avendo sempre chiaro che il mio obiettivo finale era quello di diventare un “artista”, ho dovuto scendere a compromessi e privilegiare l’aspetto qualitativo del writing, cercando di creare opere che non piacessero solo agli addetti ai lavori ma anche ad un pubblico meno specializzato e più eterogeneo.

4) Il Writing nasce come una delle 4 colonne portanti dell’ Hip Hop,però allo stesso tempo è la disciplina Hip Hop che si collega di più agli altri generi musicali, saremmo curiosi di conoscere i tuoi interessi musicali.

Variegati. Ascolto molto hip-hop ma anche musica elettronica e generi sperimentali.

5)Stai partecipando a tante mostre d’arte anche all’estero dove il writing è considerato più arte che vandalismo,ci sarà mai la stessa concezione in Italia, oppure tolto qualche raro caso saremo costretti ancora a sentirci paragonare un pezzo di Peeta alla scritta “Ti amo cucciola” ?

Credo che stia avvenendo una certa evoluzione del pensiero a riguardo. Purtroppo, la tradizione artistica italiana e’ talmente ricca e radicata che poco spazio lascia alle innovazioni e, se in America, i graffiti sono diventati ormai parte caratterizzante della storia dell’arte nazionale, in Italia, e’ necessario uno svecchiamento delle ideologie su cosa abbia valore artistico e cosa no. E’ anche vero che non tutti i writer amano considerarsi artisti.
Ad ogni modo, noto una sempre maggiore attenzione ad apprezzamento verso questo tipo di arte, non solo da parte dei privati ma anche delle istituzioni, in una commistione tra writing ed architettura pubblica a privata che punta a migliorare luoghi degradati o esteticamente svalutati della città.

6) Parlaci di eventuali progetti futuri e se hai in programma la partecipazione a qualche contest/mostra o evento.

Per il momento ho molti progetti in piedi i quali riguardano principalmente l’arte da studio e in particolare la scultura: nuove dimensioni, forme e materiali. Al momento sto esponendo a Venezia e potete trovare alcuni miei lavori anche a Singapore mentre per il 2013 la scaletta e’ ancora tutta da fare, di sicuro per ora ci sarà una mostra ad Amsterdam in autunno. Per quanto riguarda le jam invece, avrò forse per la prima volta, l’occasione di dipingere in Australia, in primavera.
 
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Scooby - Doo
view post Posted on 13/1/2013, 21:14      




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