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Biografia & Intervista: Etnik

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G.O.
view post Posted on 13/7/2011, 16:43      




Biografia:

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Originario di Empoli, Etnik conosce il writing alla fine degli anni ’80, periodo in cui dipingere in strada diventa per lui un’avventura del tutto nuove ed entusiasmante. Ciò che lo colpisce maggiormente è la grande efficacia comunicativa del pezzi fatti su treno. Etnik ha dipinto spesso in giro per il mondo e questo gli ha dato modo di conoscere molti writers e formare un gruppo di amici, che si riunisce ancora oggi per il piacere di dipingere insieme. Negli ultimi anni sente il bisogno di dare vita ai suoi pezzi e realizza sculture in ferro e in legno creando oggetti dal design originale e sofisticato.

Lo studio delle sue 5 lettere è fondamentale. Dopo tanti anni è ancora preso a trovare nuovi incastri, nuove soluzioni. I disegni devono essere leggibili e per questo lavora sulla dinamicità delle lettere e sulle linee (spezzate e curve) che, messe in giusta proporzione rendono il pezzo omogeneo. Per contrastare i suoi lavori usa sia volumi massicci che stick fini. Ha sempre apprezzato gli outline dei pezzi wildstile classici, ma nei suoi lavori cerca di essere più personale e fantasioso possibile. Comunque Etnik non fa 3D ma outline e spessori.


Intervista:

Come hai cominciato ad approcciarti a questo tipo di arte? Come nasce e com'è vissuto in Italia e in special modo in Toscana?
Il primo approccio non è artistico ma culturale, scopri un fenomeno fatto di gente giovane di tutto il mondo che fa musica, ballo, grafica, djing , dipinge, ecc... C'è una struttura forte in questo fenomeno detto underground, si deve studiare molto per capirlo e farne parte, l'unico modo è la curiosità e l'informazione. La storia del writing è scritta in molti libri non serve ripetere le solite tre strofe, posso suggerire alcuni libri dove documentarsi: Writing from the underground, Subway Art, Graffity World, Graffity Writing, All city Writers (per l'Italia), Wild Style (Dvd). Personalmente ho iniziato guardando la storia di New York dei primi '70 e '80, per poi capire che in Europa si stava portando la vera innovazione nel writing dai primi anni '90. La scena francese, tedesca, olandese, ha portato sulla scena mondiale una ventata nuova nello stile grafico. La scelta stessa del mio TAG è ispirata alle origini del writing ETNIK, in quanto i pionieri del writing erano i figli delle varie sub culture, afroamericane, domenicane o greche sbarcate a New York. Iniziando proprio negli anni Novanta, mi son sentito parte di un fenomeno dirompente, libero da schemi e capace di grandi connessioni. E cosi' è stato: ho dipinto prima in Toscana, poi in giro per l'Italia, infine in Europa, confrontandomi con quasi tutti i miei miti d'ispirazione. In Toscana sono stato uno dei primi a viaggiare molto e a dipingere con quasi tutti i writers di tutte le città e che mi ha portato a conoscere gli artisti della scena regionale, a scambiare contatti e informazioni, in un tempo dove internet non scandiva ancora la vita della gente.

Qual'è il tuo background culturale? Di cosa ti occupi?
Disegno da sempre, dipingevo anche prima di conoscere il writing e ancor prima di fare qualsiasi scuola d 'arte. Mi sono diplomato al Liceo Artistico per poi andare all'Accademia di Belle Arti di Firenze e diplomarmi in scenografia, frequentando per un triennio un corso d'incisione e tecniche di stampa. Ho lavorato come assistente di una stilista per alcuni anni e in un azienda d'allestimenti scenografici per musei e parchi a tema. Oggi collaboro con molti enti pubblici o privati per la pittura d'elementi d'arredo urbano o decorazioni e porto avanti la mia produzione espositiva.

C'è un gergo particolare nel mondo del writing che è entrato a far parte nel linguaggio di tutto il mondo, penso alla parola tag, che ora si usa su fbk ad esempio: puoi stilare un mini vocabolario sulle parole base che bisogna conoscere?
Ci sono molte parole e concetti presi dal fenomeno Urban, si pensi alla moda e alla pubblicità, oggi tutta la grafica o la musica si basa su campionamenti o spunti street. La tag da sempre è il segno di riconoscimento del writer, ma non solo: la vita da writer è una seconda identità, un alter ego, come fa molta gente che se lo crea su internet; vivendo meglio in rete che nella vita reale! Il wild style è l'elaborazione grafica del proprio nome; il bubble è uno stile molto semplice e rotondeggiante delle lettere; i puppets i personaggi disegnati. Poi ci sono molte altre parole legate al graffito come l'outline (contorno), 3D (spessore), ecc...

Ogni writer è diverso da un altro: ma ci sono dei 'filoni' che scandiscono quest'arte? Quali sono le tue caratteristiche? In che cosa ti differenzi dagli altri?
Questo è un periodo con svariate influenze e molti talenti. Alcuni fenomeni si diversificano tecnicamente come la Poster Art o la Stencil Art. Poi ci sono diversi atteggiamenti nel vivere quest'espressione, come il writing old school, oppure un modo più moderno e contaminato di dipingere. Io mi sono sempre mosso come writer e porto avanti lo sviluppo del mio nome, questo vuol dire che in ogni murata è presente anche il mio lettering. Ma la mia caratteristica è di produrre molto disegno intorno e dentro al mio fare da writer, con background elaborati e personaggi, animando i murali che dipingo. Spesso, lavorando con altri artisti, vengo chiamato a organizzare il tema e la disposizione nello spazio di tutti i partecipanti al lavoro. É una cosa che mi dà soddisfazione. Poi porto avanti la mia produzione, principalmente in due filoni grafici, le città prospettiche ed i carhacters, lavorando oltre che su muri esterni, su tele, sculture, installazioni, toys design e street wear.

Che ambiente hai respirato a Prato?
A Officina Giovani avevo già dipinto molti anni fa e con piacere son tornato nel 2010. Questa è un'isola felice che manca in tante altre città, cioè uno spazio polivalente che coinvolga la fascia giovanile, mentre in Europa succede da decenni. L'interesse messo da Officina e Prato per il progetto Murarte e per la street art, è visibile sugli stessi edifici della città. Alcuni degli artisti che hanno collaborato, oggi sono riconosciuti a livello internazionale, portando Prato a livelli come Torino, e a dotarsi di un museo street all'aria aperta; una cosa che invece a Firenze è impossibile da ottenere.

Come è andato il workshop Arte del writing a Officina Giovani?
Il workshop è stato seguito con molta passione da una ventina di ragazzi che hanno partecipato ben oltre l'orario canonico delle lezioni. In soli tre giorni ho pensato di documentarli sul panorama odierno della street art e su come un writer evolvendosi può, in eta' adulta, fare esperienze artistiche e lavorative impensabili. Le lezioni son servite alla progettazione personale d'ognuno e per pensare ai 60 metri di muro, come un'opera collettiva che li mettesse in comunicazione fra loro (cosa sempre difficoltosa anche tra i più esperti). I giorni sono serviti a preparare il muro alla decorazione e al concordarsi sulle cromie e alla disposizione sensata nello spazio. La conclusione dell'opera è stata fatta lavorando davanti al pubblico la sera.




Topic con raccolta foto, qui sul forum: https://writerzrevolution.forumcommunity.net/?t=46570272
 
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