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Biografia & Intervista: Verbo

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G.O.
view post Posted on 13/7/2011, 15:52     +1    




Biografia, dal suo sito ufficiale: www.v3rbo.com/?page_id=46

VERBO


Mitja “Verbo” Bombardieri classe’77, è un artista poliedrico che spazia dalla pittura alle avanguardie elettroniche. Nutrendo particolare attitudine per tutte le arti visive, cresce velocemente nella scuola del graffiti-writing europeo dove le sue opere fanno la differenza tanto da venir invitato a far parte della storica crew PDB, non che ad essere richiesto per importanti manifestazioni internazionali, per collaborazioni con grandi marchi, o per la realizazione di opere pubbliche per molti comuni europei.
La “celebrazione dello stile”, messaggio principale delle sue produzioni pittoriche, è automaticamente sia veicolo emozionale del proprio vissuto contemporaneo, che estetica del ludico e del sogno nati da quella prima generazione cresciuta con il bombardamento televisivo di cartoni animati e videogiochi, e si va ad inserisce in quella zona posta tra comunicazione massmediatica eterea e concretezza dell’asfalto metropolitano, sintetizzandosi in un segno plastico e deciso.
Lo studio del proprio codice comunicativo si trasforma col tempo in forme dinamiche e plastiche, strutturate come armature che proteggono l’anima della lettera innocente come l’attitudine di un bambino che scrive sul suo abecedario, veri e propri esoscheletri di insetti biomeccanici che quotidianamente lottano per far sopravvivere l’essenza del gesto nell’ecosistema urbano, contaminandolo visivamente. Attuando azioni da writer ne va quindi a celebrare volontariamente il senso: questi esseri rappresentano il fermento di una sottocultura spontanea che si diffonde al di là delle sovrastrutture sociali, portando in superficie nuove forme estetiche inattese e fresche, come le api portano il polline ai fiori.
Oltre all’uso delle tecniche pittoriche tipiche della graffiti-culture, introduce nuove regole visive grazie all’utilizzo di computer, proiettori e di un software (il flxer, di cui è co-sviluppatore) spostando le strumentazioni elettroniche dall’interno dei locali, in cui, praticamente una seconda vita, è solito esibirsi come visualartist (non ultima la sua performance al Sonar di Barcellona nel 2006), portandole sulla strada dove le sue “videoincursioni” trovano un pubblico a lui più congeniale: “back to the street”, dove si parla a tutti indistintamente accendendo dei segnali luminosi nel buio della notte, e dove una location si trasforma, diventando parte essenziale della performance visuale.
Si può parlare quindi di diffusione del Verbo, gioco di parole e di lettere non casuale: è da li che parte il progetto di un“alfabetizzazione di massa”, nel 2004, scegliendo di collaborare quindi anche col mercato dell’arte, in particolare con il mezzo di diffusione televisiva dal 2007 e presentando un particolare studio della sua calligrafia che ne celebra si lo stile ma al contempo il rapporto tra il writer e il contesto sociale, una simbiosi fondamentale per l’essenza di questa forma espressiva. La scelta quindi di operare sulle lastre tipografiche, matrici simbolo della comunicazione di massa, rappresenta non più solo crossare e impaginarsi nel contesto urbano al fine di apparire, ma crossare l’apparire pubblicitario in un confronto che è la sintesi perfetta dell’atto del writing stesso: gesto e contesto, ovvero lo stile che celebra il contemporaneo.

Interviste:
#1


#2 Al "City"
Si parla di inasprimento e repressione quale deve essere la risposta ottimale delle istituzioni?
- C’e’ una grossa spaccatura tra istituzioni e giovani in generale. Nel caso della cultura dei graffiti, che è un movimento che nasce prettamente giovanile ed è presente in italia ormai da 20 anni, si sono raggiunte una serie di maturità, sia artistiche che professionali che vanno per forza distinte dal concetto di vandalismo. Alla luce di ciò quantomeno le istituzioni dovrebbero aumentare la sensibilità e le attenzioni nei confronti di una cultura cosi complessa invece di spendere inutili risorse per reprimere un fenomeno forte e spontaneo, senza risolvere realmente il problema sociale. Personalmente ritengo che quando c’e’ un “problema” la soluzione si trova alla radice, e non al tentare cure pagliative. Quindi penso che le divisioni sociali vadano rispettate. Conoscere dove nascono le differenze aiuta a capire cosa invece è in comune, al fine di convivere meglio.

Muri legali come a Roma , può essere un’idea o si perde qualcosa?
- Può essere un idea, ma alla base deve esserci progettazione e conoscenza del fenomeno, servono assolutamente figure professionali di congiunzione e dialogo tra istituzioni e giovani. Proprio per questo abbiamo deciso di fondare l’ ass. cult. I.S.A. che raccoglie tutto il network italiano di artisti e professionisti che in questi anni hanno promosso e svilupato questa cultura, portando aria fresca all’immaginario visivo delle agenzie publicitarie, della moda, del mercato dell’arte, e negli spazi sociali, realizzando vere e proprie opere pubbliche.
C’è da notare come in questo periodo, l’assegnazione di spazi pubblici per dipingere, diventa spesso una buona scusa delle amministrazioni per risolvere problemi di impatto ambientale di certe soluzioni urbanistiche degradate e degradanti, quindi i graffiti diventano una soluzione che però viene spesso sottovalutata e sfruttata come soluzione economica a un grosso problema. Ci piacerebbe un giorno collaborare dall’inizio con gli architetti, ai quali va fatto notare come si dimentichino spesso delle differenze che passano tra un bel progetto fatto in studio e l’impatto sulla vita delle persone.
Spesso vince l’adattabilità.

C’è un confine tra vandalismo e arte a tuo parere?
- I confini sono disegnati a tavolino da teorici e studiosi che spesso giustificano il tutto influenzati dalle leggi di mercato, io per adesso penso solo a dipingere. Sicuramente i graffiti hanno smosso molto l’argomento, ponendo proprio l’attenzione su questo confine evidenziando come la differenza sta nel potere economico, vedi il bombardamento della pubblicità, dello spam nelle cassette della posta, che sono legali solo perchè pagano, ma ti riempiono sicuramente tutti gli spazi e sono realmente piu invasive e subdole di un opera che quantomeno non cerca di venderti nulla ma cerca solo un modo di reagire a questo meccanismo caotico dell’apparire, che nasconde la piu vasta complessità dei singoli dietro ad un solo marchio. Sicuramente i graffiti denunciano l’appartenenza impropria al mondo dei mass media, perchè è proprio di proprietà che si tratta.

Il Writer è una disposizione d’animo o ci si diventa?
- cos’è un writer? è un alieno? a sta domanda non rispondo…

C’è un etica del writer? Bisogna preservare gli edifici pubblici?
- L’etica non è del writer, l’etica è della persona dietro al writer.

Ci sono termini tecnici tra i writers, c’è una sorta di slang, di parole chiavi? (E se puoi anche spiegarmele, grazie.
- Ogni ambito ha il suo gergo.
(parlare del vocabolario del writer, è cosa poco seria, rispetto alle problematiche sollevate, oltre che in generale di cattivo gusto, scusa ma mi rifiuto)

Mi scrivi una tua presentazione in due righe? Grazie mille.
- Mitja “Verbo” Bombardieri è un artista affermato che ha trasformato una passione pura in una professionalità necessaria. Cofondatore di Italianstreetart.org, produce quadri, opere pubbliche, e collabora con diverse associazioni culturali e aziende su tutto il territorio italiano ed estero.




Topic con raccolta immagini, qui sul forum: https://writerzrevolution.forumcommunity.net/?t=46609221
 
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