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La chiave del nostro successo come specie è la mente, questo strumento portentoso sempre avidamente assetato di causalità. Riuscire a risolvere immagini complesse in schemi semplici da sensazione di appagamento, armonia. Scoprire schemi complessi dietro a immagini semplici provoca ansia, sconforto. Questo non solo nell'arte ma in ogni campo, essendo un bug situato in profondità nella nostra mente. Mi vengono in mente i teorici del caos, e il loro sconforto nello scoprire che da iterazioni di operazioni semplici si potevano ottenere sequenze numeriche totalmente caotiche. Sconforto che ha afflitto il mondo della ricerca matematica per anni.
Tornando In-topic, tutto ciò applicato al writing, secondo me, va a individuare due strade percorribili per emozionare, e quindi colpire chi guarda: Pezzo complesso ma sintetizzabile in qualcosa di semplice (il riconoscimento del lettering base, ad esempio) Pezzo semplice ma contente elementi straordinariamente complessi.
Pezzi semplici e basta, o pezzi complessi ed inespugnabili possono essere esteticamente gradevoli, ma non emozionano, non colpiscono, non vengono ricordati
Grazie per lo spunto di discussione interessante Mr. Silenzio
Edited by Silenzio In Aula - 12/6/2014, 20:44
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