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Visto che il contesto psicologico è già stato ottimamente analizzata da Porse, dirò una cosa sugli aspetti sociali ed economici.
é molto semplice in realtà: al giorno di oggi i writers fanno girare un ingranaggio del consumo, per cui anche noi siamo stati inglobati dalla macchina a cui volevamo stare esterni.
E non parlo solo della vendita di bombolette. Parlo delle migliaia di persone che lavorano per produrre solventi, come guardie notturne, come vigilantes privati, pulitori, sabbiatori, imbianchini, ecc ecc...
Sparissero i writer ci sono persone che non saprebbero più cosa fare, e lo stato lo sa. Inoltre, ma questo si sapeva bene, ma conclude bene il quadro, per quante persone un impresa pubblica o privata possa assumere, non saranno mai abbastanza a contrastare il movimento. Non so se avete notato, ma non vengono prese (se non qualche volta, come la pellicola sui treni) delle misure drastiche o perlomeno funzionanti, ma solo degli stupidi palliativi.
La verità? Per loro siamo solo uno stupido ed insignificante movimento sociale che qualcuno ha tentato di sfruttare in qualche modo (più fondi per qualche ente "antiwriter" da dove stipendiare il figlio, oppure una banale rielezione alla "cancellerò tutti i graffiti da Milano!") ma che in realtà, come tante altre cose sfruttate (razzismo per dirne una) non sono mai passate di mente a nessuno finché il demagogo di turno non è venuto a ricordargli quanto la cosa (??) li facesse incazzare.
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